L’obbligo per tutte le imprese, a prescindere dalle dimensioni, di dotarsi di adeguati assetti normativi nasce dalla riforma della crisi d’impresa introdotta con il D.Lgs. 14/2019, noto come Codice della Crisi e dell’Insolvenza, recentemente modificato con il Correttivo-Ter pubblicato a fine settembre 2024.
Questa normativa non raffigura soltanto un obbligo legale, ma rappresenta una vera e propria opportunità per migliorare l’efficienza e il controllo interno dell’impresa. Implementare adeguati assetti organizzativi significa infatti dotarsi di processi chiari, flussi di lavoro ben definiti e sistemi di monitoraggio efficaci che consentano di anticipare difficoltà finanziarie e operative.
Il legislatore pone inoltre al centro la prevenzione della crisi e il ruolo attivo degli amministratori nella gestione del rischio aziendale affinché si dotino di strumenti necessari a prevenire situazioni di crisi preservando così la continuità aziendale.
Nello specifico, per le aziende soggette a revisione viene richiesto al revisore o agli organi di controllo della società di valutare:
Queste informazioni sono richieste anche alle PMI, in particolar modo a quelle soggette a revisione, le quali sono tenute a dotarsi di adeguati assetti normativi. Per molte di queste aziende la soluzione più efficace per adempiere risiede nell’esternalizzare le funzioni amministrative affidandosi a consulenti specializzati o a commercialisti.
In un contesto che tende sempre più alla complessità e all’incertezza, la Governance aziendale acquisisce un ruolo sempre più centrale anche per tutte le imprese che devono strutturarsi per migliorare l’adeguatezza degli assetti aziendali.
Risulta quindi importante dotarsi di presidi organizzativi che consentano una rilevazione tempestiva della crisi, siano focalizzati sulla tutela e sullo sviluppo del valore aziendale in un’ottica integrativa che coinvolga tutti gli stakeholder di riferimento.
Infatti, oltre a rispondere agli obblighi normativi, strumenti quali il business plan, il prospetto previsionale dei flussi di cassa e il calcolo del DSCR rivestono un ruolo centrale nell’individuazione dell’insolvenza prospettica, consentendo di migliorare la gestione interna e prevenendo situazioni di crisi a beneficio della continuità aziendale.
Come sottolinea il documento1 di ricerca del CNDCEC (Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili) la nuova forma di rapporto banca-impresa prospettata dalle Linee Guida EBA-GL Lom (Guidelines on loan origination and monitoring) relative alla concessione e al monitoraggio dei prestiti, nonché la nuova filosofia alla base del Codice della crisi e dell’insolvenza, pongono al centro dell’attenzione la necessità dell’elaborazione di un’adeguata informativa economico-finanziaria, storica e prospettica, qualitativa e quantitativa, da parte dell’impresa.
A tal riguardo, le PMI sono chiamate a strutturarsi per pianificare e programmare al meglio le proprie attività operative, dotandosi di strumenti adeguati alla propria natura e dimensione. Pare necessario, dunque, andare oltre il mero dettato della normativa civilistica e superare gli obblighi legati ai soli adempimenti previsti dal regime contabile e fiscale dall’impresa.
In seguito alle novità regolamentari e legislative introdotte nel corso degli ultimi anni, infatti, è emersa in maniera sempre più significativa la necessità di una visione forward-looking e di un monitoraggio costante e più ampio delle dinamiche aziendali, che richiede a tutte le PMI l’elaborazione di bilanci infrannuali, budget e business plan, ampliando costantemente le informazioni da veicolare agli interlocutori del sistema finanziario. Nell’allegato 2 del documento dell’EBA sugli Orientamenti in materia di concessione e monitoraggio dei prestiti si stabilisce una specifica documentazione di cui dovrebbero disporre gli enti finanziari per una corretta valutazione del merito creditizio e del profilo di rischio delle imprese finanziate. Al punto 6 si cita infatti la necessità di “proiezioni finanziarie affidabili e realistiche (stato patrimoniale, conto economico, flusso di cassa) sulla capacità dell’impresa di restare solvibile”.
Questi modelli previsionali, oltre ad essere necessari al sistema bancario per determinare la capacità di ripagare i debiti di un’impresa, sono fondamentali soprattutto per le PMI per settare degli obiettivi e riuscire a pianificare al meglio le azioni necessarie per raggiungerli. Questi, se uniti ad un monitoraggio costante degli scostamenti, garantiscono una gestione dell’impresa più consapevole e un processo decisionale ottimizzato.
In definitiva, attraverso l’elaborazione e la comunicazione di un adeguato set informativo, che comprenda elementi economico-finanziari di tipo quantitativo sarà possibile, oltre che ottimizzare la gestione strategica dell’azienda dall’interno, rafforzare il rapporto banca-impresa, migliorando l’accesso al credito e il costo della provvista finanziaria, grazie a una riduzione delle asimmetrie informative che spesso minano il rapporto tra l’azienda e i suoi stakeholder.
Note:
1. Fonte: CNDCEC 2023, L’informativa economico-finanziaria e la bancabilità per le PMI
B.B. Consulting ha sviluppato il Business Plan per un’azienda appartenente al settore dei profumatori per ambienti e autovetture su un orizzonte temporale di 3 anni, tra il 2024 e il 2026.
L’elaborato finale ha permesso all’azienda di settare degli obiettivi economico-finanziari misurabili per i prossimi anni fornendo alla Direzione una visione di insieme dei fattori critici di successo che ne determineranno la realizzazione.
Si riportano di seguito le principali attività svolte: